Giordano Berti
Biografia di Mlle Lenormand
Il nome
“Lenormand” è legato a una serie di bellissimi mazzi da divinazione che
ancor oggi riscuotono un discreto successo. Pochi conoscono la vita di Mlle
Lenormand, famosa a suo tempo come “Sibilla dei Salotti”. Comunque, occorre
precisare che la maggior parte delle notizie deriva dai suoi libri
autobiografici, pieni di millanterie e di bugie “con le gambe corte”, a
partire dalla data di nascita.
Mlle
Lenormand diceva di essere nata il 27 maggio 1772, ma chi è andato a rileggere
i documenti originali ad Alençon corregge: era il 16 settembre 1768. Diceva che
nel 1790 frequentava a Parigi l’aristocratico salotto di Mme de La Saussotte.
In realtà andò nella capitale solo nel 1793; per qualche tempo lavorò in una
lavanderia, finché conobbe un’indovina, Mme Gilbert, che le insegnò i
rudimenti della divinazione tramite i Tarocchi di Etteilla. Per quest’attività
illegale fu condannata a un breve periodo di carcere. In seguito aprì uno
studio in Rue de Tourneur con una targa: “Mademoiselle Lenormand, libraire”.
Scrisse
che nel maggio 1794 andarono a consultarla Marat, Robespierre e Saint-Just, ai
quali predisse una morte violenta. A causa di questa maldestra profezia avrebbe
subito una nuova incarcerazione, ma i pignoli fanno notare che era stato
assassinato Marat il 13 luglio 1793, dieci mesi prima del presunto incontro!
Altrettanto
falsi furono, secondo testimoni dell’epoca, i rapporti con famosi personaggi
come l’Imperatrice Joséphine e il suo illustre marito Napoleone Bonaparte.
E’ invece assodato che quando la cartomante morì, il 25 giugno del 1843,
lasciò ai suoi eredi una cospicua dote.
La “Sibilla dei
Salotti” fu emulata da una schiera di indovine che tentarono la fortuna
dichiarandosi sue discepole o allieve. Al tempo stesso, molti fabbricanti di
carte idearono svariati mazzi da divinazione nel cui titolo compariva il nome
della famosa cartomante; il più noto è il Petit
Lenormand. Pare che il primo modello sia stato pubblicato in Germania da
Dondorf verso il 1850. Questo mazzo, già in origine, era composto da comuni
carte a semi francesi affiancate dai 32 simboli che riportiamo nella
Tabella.
Si contano almeno venti versioni
di questo stesso modello prodotte in tutti i paesi europei fino agli anni ’30;
alcune sono poverissime, altre finemente illustrate e accompagnate da brevi
sentenze in rima. Riportiamo qui di seguito tre carte (Ancora, Casa e Cavaliere)
prese da sei mazzi di proprietà dell’Istituto di Ricerche sulle Arti e il
Folclore “A. Graf” di Bologna.